Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

The Canyons - Recensione

30/08/2013 | Recensioni |
The Canyons - Recensione

“Un film freddo, morto, credo, su gente fredda e morta”, così lo scrittore Bret Easton Ellis (autore di American Psycho e Le regole dell’attrazione entrambi adattati per il cinema) in un’intervista sul celebre magazine “Rolling Stone” ha definito il film The Canyons tratto da una sua sceneggiatura e diretto da Paul Schrader (regista di American Gigolo e Affliction e sceneggiatore di capolavori come Taxi Driver e Toro scatenato).
Scandalo vero o presunto, ecco uno dei film che promette comunque di far discutere alla 70ma Mostra del Cinema di Venezia. Se non altro perché è il primo film ‘mainstream’ del noto pornodivo James Deen (si, con due “e”) e perché vede tornare a un ruolo da protagonista la chiacchierata diva Lindsay Lohan appena uscita dall’ennesima clinica di riabilitazione e che ha rinunciato all’ultimo momento a essere presente in laguna.
Il film racconta una storia di ambizioni, vizi, depravazione, redenzione e ruota attorno a un gruppo di giovani di Los Angeles che gravitano nell’ambiente del cinema: Christian (James Deen) è un giovane e ricco produttore, edonista e voyeur, a cui piace manipolare gli altri, giocare “estremo” e vivere nel lusso del suo fondo fiduciario; Tara (Lindsay Lohan) è la sua fidanzata, una ex modella molto spregiudicata; Ryan (Nolan Funk) è un giovane aspirante attore che ha appena ottenuto una parte in un film finanziato da Christian e fidanzato con Gina, assistente del giovane produttore. C’è poi Cynthia un’ex attrice diventata insegnante di yoga ed ex amante di Christian. A complicare le cose ci si mette una scomoda verità. Ryan è in realtà l’ex fidanzato di Tara e i due riallacciano la loro relazione segreta. Ma il fatto che Ryan, innamorato di Tara, voglia riportarla sulla retta via allontanandola dalle orge organizzate via internet da Christian, fa precipitare gli eventi verso un tragico epilogo.
“Il film è un esperimento low-cost in cui si incrociano generi differenti”, hanno dichiarato regista e sceneggiatore durante la conferenza stampa seguita alla proiezione del film che è stato presentato fuori concorso. L’idea di fare un film a basso costo utilizzando anche i social media, una volta realizzata, ha soddisfatto il regista e lo scrittore. La cosa interessante è che la pellicola, secondo Schrader, è la preparazione “di un film per l’era post-cinema, un prodotto per dvd e multiplatform perché i cinema sono destinati a chiudere”.
Nel cast, a parte la performance provocatoria quanto basta della Lohan (dal viso traboccante silicone), restano buone le prove del pornodivo James Deen (nomignolo affibbiatogli, sembra, per il suo modo di fumare poi adattato a suo nome d’arte), sbarcato in laguna tra la curiosità di pubblico e addetti ai lavori, e del giovane Nolan Funk.
Da ricordare anche il cameo del regista Gus Van Sant nei panni dello “strizzacervelli” Dottor Campbell, alle cui sedute è obbligato a sottoporsi il vizioso giovane produttore dal ricco papà.
Nonostante le buone performance recitative e gli intenti da film indipendente fino al midollo, The Canyons risulta riuscito a metà, un noir atipico ambientato nel mondo del cinema che vorrebbe mostrare i rischi dell’ambizione e dell’ossessione per il sesso. Risultato non soddisfacente soprattutto se si considerano i nomi al timone dell’esperimento, il talento di Schrader per la regia e la penna pungente di Easton Ellis, il film (che forse vale più come documento su certo sottobosco hollywoodiano) è davvero al di sotto delle potenzialità dei suoi autori.
Tra le cose migliori resta la scelta delle immagini per i titoli di testa: una serie di teatri di posa e cinema in rovina, simbolo evidente del vecchio mondo di celluloide passato dalla pellicola al digitale, accompagnate da un efficace commento musicale. Le immagini di apertura (almeno quelle) sono sì perfette per un film “freddo e morto” su “gente fredda e morta” annegata nel vuoto esistenziale tra abuso di smartphone e sesso estremo e impegnata in un estenuante rondò di tradimenti, complotti, bugie, perversioni. Ma il marciume nascosto dietro a mondi dalla superficie patinata, il regista e soprattutto lo scrittore, lo avevano mostrato molto meglio altrove.

Elena Bartoni
 

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency